Qualunque sia il posto che decidi di raggiungere in Tanzania, sai gi? che gran parte dell’avventura si svolger? lungo la strada… Abbiamo deciso dopo una breve riunione che la nostra meta ? Mbamba Bay, un villaggio lungo le coste del lago Nyassa, estremo sud ovest della Tanzania circa 5 ore di autobus dalla citt? di Songea, il nostro quartier generale.
Si parte alle 6 del mattino, dalla caotica stazione degli autobus di Songea. L’autobus a vederlo non ispira molta fiducia, ma vivendo in questo paese, non ? un dettaglio preoccupante. La filosofia di vita Tanzaniana ? molto fatalista, il Signore ci accompagner? lungo il viaggio!
La strada per Mbinga (l’ultima citt? degna di questo nome che incontreremo lungo il nostro viaggio) non ? asfaltata e la stagione delle piogge ? al termine, non sappiamo quanto le piogge l’avranno dissestata, ma siamo pronti a tutto. La situazione si fa leggermente pi? preoccupante nel momento in cui ci accorgiamo che il nostro autobus da 40 posti ha caricato strada facendo un centinaio di persone, accalcate, imprigionate come sardine in una lattina. Ci si aiuta un po’ a vicenda per cercare di starci; qualche donna che viaggia col proprio figlio ci affida il pargolo per metterlo al sicuro, fortunatamente abbiamo dei posti a sedere!
Ci dovremmo stupire quando l’autobus a circa 40 km dalla nostra meta si rompe, ma i mesi passati in Tanzania ci hanno insegnato molto, e soprattutto siamo consapevoli del fatto che “? stato il Signore a volerlo”, ed ? inutile perdersi in discussioni. Qualunque tentativo di spiegare all’autista che un autobus da 40 posti non pu? contenere 100 persone sarebbe vano… siamo nel mezzo del nulla, ad una distanza indefinita dal primo villaggio. Decidiamo di incamminarci a piedi, con la speranza di trovare un modo per raggiungere il lago. Dopo qualche chilometro troviamo un negozietto e ci fermiamo per mangiare qualche avocado e comprare un po’ d’acqua. Siamo fortunati perch? dopo un’oretta di attesa si avvicina un camioncino che trasporta materiale proprio nel villaggio che dobbiamo raggiungere. Non ci sono pi? dubbi: non troveremo altri autobus e l’unico modo per arrivare a destinazione ? il camioncino. Saliamo nel cassone con alcuni dei nostri compagni di viaggio che come noi sono rimasti a piedi. Il panorama che riusciamo a godere dal cassone del camion ? mozzafiato, attraversiamo le verdi colline che dolcemente scendono verso le rive del lago. Non sarebbe stato lo stesso visto dal bus.
Stiamo per arrivare e attraversiamo un ponte prima di raggiungere il villaggio, proprio mentre siamo nel mezzo scorgiamo un gruppetto di ragazzini che sta facendo il bagno nel fiume sottostante. Uno di loro ci vede e stupito dalla nostra presenza ci regala uno spettacolino indimenticabile: completamente nudo sale su una roccia e improvvisa un balletto per noi. Avvolto nella luce del tramonto, circondato dalle acque del fiume ci lascia tutti senza parole, la sua espressione di serenit? ci colpisce e l’attimo che viviamo diventa magico. Siamo tutti talmente rapiti da quella scena che non riusciamo nemmeno a prendere in mano una macchina fotografica per immortalare il momento e sinceramente penso che niente possa fermarlo, questa scena rester? impressa nelle nostre menti per sempre e con essa la sensazione che abbiamo provato, l’euforia che ci ha pervaso.
Ci lasciamo alle spalle il fiume e finalmente siamo a destinazione. Non sappiamo ancora dove andare a dormire, ci hanno consigliato un camping durante il viaggio ma siamo ignari di cosa ci aspetta. Si trova a circa dieci minuti di auto ma preferiamo goderci il paesaggio camminando anche se ci metteremo un’oretta. Arriviamo che sta quasi facendo buio, i gestori del camping non ci aspettavano e siamo gli unici ospiti, li abbiamo colti di sorpresa ma nonostante tutto ci accolgono con gioia. Ci sistemiamo nelle nostre tende poste sotto delle tettoie di paglia, tutto ? perfettamente in sintonia con il paesaggio circostante. Si va tutti in spiaggia per goderci gli ultimi attimi di luce sulla riva di uno dei laghi pi? grandi dell’Africa, alcuni di noi stremati dal viaggio non resistono alla tentazione e si gettano in acqua vestiti per cercare un po’ di refrigerio dopo la lunghissima avventura. Facciamo una doccia sotto le stelle e poi ci troviamo per mangiare qualcosa intorno al fal? che i nostri ospiti ci hanno preparato sulla spiaggia. Non abbiamo elettricit?, siamo distanti almeno un’ora da qualsiasi servizio e senza cellulari, eppure la serenit? che ci pervade non pu? essere rovinata da niente. Abbiamo raggiunto l’essenziale, tutto quello che ci serve davvero ? a portata di mano, siamo insieme in questa avventura. Scorgiamo in lontananza le luci delle barche uscite a pesca dopo il tramonto che disegnano la linea di orizzonte del lago, ormai qualsiasi cosa ci rapisce. Quando la notte diventa buia, come solo in Africa pu? diventare, sul lago si vede persino i riflesso delle stelle.
Ci svegliamo la mattina dopo e ci accorgiamo che il campeggio ? circondato dal pi? tipico dei villaggi Tanzaniani: un villaggio di pescatori, gli stessi che la notte prima ci hanno regalato quell’immagine. Siamo ancora pi? fortunati perch? in lontananza si sentono le voci di uomini che cantano. Quando sono abbastanza vicini vediamo che stanno trasportando una canoa. Arrivano dalla montagna, dove hanno passato le ultime settimane a intagliare l’albero da cui si ricavano queste imbarcazioni. Ora, accompagnandosi con canti rituali, la stanno trasportando fino al lago per il varo e lo fanno seguendo un rituale ancestrale che aggiunge valore a un’esperienza inestimabile. Alla fine di questo viaggio ce ne andiamo da quel luogo lasciando l? una parte di noi e portando via un’esperienza indimenticabile.