Nel cuore del Mali la piroga-ambulanza di Pakou offre servizi sanitari alle comunit? di pescatori lungo il fiume Niger. Mario Di Francesco, cooperante italiano da qualche anno impegnato in Mauritania sulle tematiche dell’acqua, arriva in Mali ed inizia a collaborare con diverse associazioni locali. Oggi ci racconta una delle belle realt? con cui ? in contatto.
Quando si arriva a S?gou la prima impressione che si ha ? che il fiume sia il cuore pulsante della citt?. E’ come una sorta di calamita che attira le genti sulle sue sponde per farle beneficiare dei suoi tesori. La vita si sviluppa al ritmo del fiume da millenni, da quando le piene inondano i campi e formano nel cuore del Mali un vero e proprio delta interno, lontano migliaia di km dalla sua foce. Nei confronti di quelle acque ciascuno stabilisce il proprio personale rapporto. Per i Tuareg, abitanti del deserto del nord, ? ancora tutt’oggi qualcosa di misterioso, hanno difficolt? ad avvicinarvisi, anche solo per lavarsi, perch? i loro antenati gli hanno spiegato che lo spirito delle acque potrebbe portarli via. I Bambara ed i Soray le guardano con rispetto, sono popoli di contadini, il riso, il miglio e le verdure dipendono in primis da come i campi vengono inondati durante le piene e dopo, soltanto dopo, dalla pioggia che il buon dio (incha allah) vorr? inviare dal cielo. I Bozos hanno invece legato la loro vita a doppio filo con il fiume. Hanno scelto di vivere sul Niger e per il Niger, di proteggerlo, di godere dei suoi pesci e della via di comunicazione che esso rappresenta, accettando in contropartita che quelle acque determinino tutto il resto, dove vivere, come e quando mangiare, quando ammalarsi. Perch? i Bozos sono pescatori nomadi che cambiano continuamente di abitazione da un argine all’altro del fiume secondo il periodo dell’anno e secondo gli spostamenti dei banchi di pesci. Quando ci si ammala gravemente e si ? lontani decine di km dal primo centro di salute spesso si paga dazio, la vita facilmente se la porta via il fiume, ? a lui che affidano l’anima dei morti, anche se il corpo lo sotterrano nel campo dietro il villaggio. Cos? ? da sempre ma forse non lo sar? per sempre, perch? l’associazione Pakou, che rappresenta l’etnia Bozos, ha messo in atto da qualche anno un sistema per aiutare questi malati dei villaggi sperduti: una piroga-ambulanza, vero e proprio centro di salute galleggiante che porta lo stesso nome dell’associazione.
“Pakou” da molti anni fa’ la felicit? degli abitanti dei borghi di pesca installati lungo il corso del fiume Niger. Da Tamani (nel cerchio di Barou?li) fino a Timbouctou, passando per Dioro nella regione di Mopti.
Dal 2003 la piroga-ambulanza ha reso dei servizi di valore inestimabile. La sua equipe effettua delle consultazioni mediche, partecipa alle campagne di vaccinazione, procede all’evacuazione dei malati e delle donne incinte verso i pi? vicini centri di salute. In tal maniera ? diventata indispensabile alla vita dei pescatori Bozos installati lungo il fiume Niger o sui suoi isolotti.
Questa popolazione non ha praticamente nessun accesso ad alcun sistema di sanit? moderna. Al giorno d’oggi lega la sua salute alla piroga-ambulanza creata su iniziativa di un medico francese, Eric Dusseau. Questo medico, venuto in Mali nel 2002 come turista, effettu? il tragitto S?gou-Timbouctou in piroga.
Durante il suo viaggio, l’occhio esperto not? la presenza di una moltitudine di borghi di pescatori lungo tutto il fiume Niger. Il medico comprese immediatamente la necessit? di trovare un sistema di cure mediche adattato al modo di vita dei Bozos. Di ritorno a S?gou il medico contatt? l’associazione “Pakou”, per costruire una piroga che sarebbe servita allo stesso tempo da ambulanza e da centro di salute. E’ stata messa in servizio nel marzo 2003 e da allora, partendo da S?gou, serve tutti i borghi sul fiume. Il suo equipaggio ? composto da un medico, un infermiere e da un marinaio.
Un comitato di gestione di “Pakou” ? stato creato, presieduto da Mamadou Sinayogo, pi? noto come “Bozofama”. Egli conferma che l’impatto del dispensario galleggiante sulla salute della popolazione servita ? inestimabile. “Prima dell’arrivo di questa piroga i Bozos non beneficiavano di alcuna cura “moderna”. I nostri bambini non erano vaccinati durante le campagne di vaccinazione nazionali. Le nostre donne incinte non facevano nessuna visita ginecologica prenatale. Noi siamo una comunit? profondamente mobile. Le nostre abitazioni non sono accessibili agli agenti del ministero della salute” constata Sinayogo.
La piroga-ambulanza evacua quotidianamente i malati dagli isolotti verso i centri di salute pi? vicini. “Come mezzo di trasporto questa piroga ? molto rapida. E’ protetta contro il sole e la pioggia. Ci siamo lanciati in una sfida tecnica: il motore ? installato posteriormente all’imbarcazione, abbiamo cos? concepito un tetto leggero che non riduca la visibilit? del conducente” spiega il presidente dell’associazione.
Mama Konta, un pescatore della comunit? dell’isolotto di Dioro testimonia: “Prima, i nostri bambini soffrivano frequentemente di malattie diarroiche a causa della mancanza d’igiene. Con questa piroga il medico viene a visitarci regolarmente. Ci porta del disinfettante con il quale trattiamo l’acqua da utilizzare per i nostri consumi domestici. Inoltre adesso i nostri bambini sono raggiunti dalle campagne di vaccinazione. Io posso assicurarvi che da allora il tasso di mortalit? infantile ? nettamente diminuito”.
Barou Keita ? il medico capo di Pakou. Tutto l’anno visita la zona. “Faccio delle visite, prescrivo delle ricette i cui farmaci sono disponibili nella farmacia della piroga. Questa farmacia si rifornisce dai depositi della Farmacia Popolare del Mali. Effettuiamo centinaia di consultazioni ogni mese. Nella gran parte dei casi i motivi della visita sono la malaria e le malattie diarroiche. Per i casi in cui ? necessario un ricovero evacuiamo il paziente verso il centro di salute pi? vicino”.
Il medico capo reputa questo lavoro come appassionante “Queste persone vivono su degli isolotti che a volte sono grandi solo qualche metro quadrato. Essendo lontani dai luoghi di concentrazione umana possono frequentare solo di rado i centri di salute. Nel Lago D?bo per esempio, certi borghi sono distanti pi? di 60 Km dal villaggio o dal centro di salute pi? vicino. Con questa piroga ? il centro di salute che viene dai pescatori”.
I turisti occidentali che viaggiano in piroga sul fiume Niger conoscono bene Pakou. Il suo infermiere, Mory Kant? racconta che qualche anno fa, l’equipe della piroga si ? occupata di un gruppo di turisti sul lago D?bo. I visitatori soffrivano d’indigestione, di diarrea e di altri malori. “Noi li abbiamo curati con dei trattamenti specifici per ogni caso. Due giorni dopo si erano tutti ristabiliti. Di ritorno nel loro paese si sono adoperati per inviarci del materiale per il test automatico della malaria, delle medicine contro la diarrea ed altri equipaggiamenti sanitari”.
La vita nomade dei pescatori Bozos, su cui si fonda l’utilit? della piroga stessa, rappresenta un grande problema per i responsabili dell’associazione. Essi trovano grandi difficolt? a recuperare le quote. “Noi abbiamo davvero bisogno del sostegno delle autorit? sanitarie. Questa piroga ? come un centro di salute, ha dunque bisogno di una presenza permanente di medici, infermieri, ostetriche e medicine” spiega il presidente Sinayogo e ritiene che lo stato potrebbe diffondere ed ampliare questa iniziativa per migliorare la salute di tutte le popolazioni che vivono lungo il Niger.
In attesa che il ministero si interessi a questi iniziativa le quote comunitarie ed i viaggi organizzati di turismo responsabile sono la principale fonte di finanziamento per far funzionare la piroga-ambulanza. Nella quota di un viaggio organizzato dall’associazione il 25% ? interamente devoluto al progetto piroga-ambulanza. Vivere una crociera in piroga sul fiume Niger, condividere le giornate di pesca con i Bozos, accamparsi per la notte sull’argine del fiume, ammirare i paesaggi mozzafiato, la fauna e la flora locale, raggiungere “dall’acqua” Toumbouctou, sono davvero esperienze emozionanti, farle con le piroghe dell’associazione Pakou rende queste emozioni solidali e irripetibili.
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