La Patagonia evoca sempre scenari idilliaci, una natura selvaggia ed incontaminata e tanta solitudine. Per molti versi ? cos?, ma prima di giungere nel freddo, e desolatamente bello, cuore della Patagonia, non si pu? non sostare e lasciarsi rapire dal fascino di El Bolson, nella regione del Rio Negro.
Quello che colpisce di El Bolson ? la semplicit?, al cordialit? e la tranquillit? con cui gli abitanti trascorrono la loro vita; fino a venti anni fa questo posto era un rifugio di Hippie,e contava solo qualche migliaio di abitanti, mentre ora la popolazione tocca le 30.000 unit? e conitnua ad attirare, oltre ai viaggiatori zaino in spalla, anche molti Portenos (abitanti di Buenos Aires) in fuga dalla caotica capitale.
Ma, nonostante questo accenno di commercializzazione, El Bolson resta un posto magico, ancora in gran parte incontaminato, dove ? possibile vivere reali esperienze di ecoturismo.
Voglio raccontare la mia, anche perch? sono convinto che se ci fossero pi? posti al mondo come quello in cui e Alessandra (la mia ragazza) abbiamo trascorso il nostro soggiorno a El Bolson, l’ecoturismo sarebbe una realt? molto ben consolidata.
El Bolson ? una tappa intermedia del nostro viaggio in Argentina, iniziato a Buenos Aires, arrampicatosi sulle Ande del Nord Ovest fino ai confini con la Bolivia, e risceso fino alle fine del mondo, nella Terra del Fuoco.
Abbiamo optato per una sistemazione comoda ma spartana, con l’obiettivo di vivere un’esperienza pi? vicina possibile alla realt? locale; ecco che allora la scelta cade sulla Casa del Viajero, un posto assolutamente fantastico ed eccentrico, come il suo proprietario Agustin, un simpaticissimo signore over 60 che condivide con la moglie questo angolo di paradiso e accoglie i viaggiatori (non i turisti) come fossero amici da una vita. Il cottage ? essenziale ma davvero caratteristico, e la nostra stanza si trova al piano superiore, accessibile solo per mezzo di una scaletta in legno. Questo ? un vero e proprio luogo di incontro per i viaggiatori, perch? tutte le stanze si affacciano sul piccolo soggiorno comune.
Tutto intorno, bosco, alberi da frutto, montagne e silenzio.
Agustin adora parlare con i suoi ospiti, dare consigli e accetta anche di dare ospitalit? gratuita in ambio di piccoli lavoretti nel giardino della propriet?, come ad esempio pulire le foglie, raccogliere i frutti dagli alberi per preparare marmellata (quindi c’? anche il lato formativo) e pulire le stanze degli ospiti che vanno via.
El Bolson pullula anche di artisti, in ogni campo, che nel mercatino settimanale mettono in vendita i loro prodotti; sono molto disponibili al dialogo e a spiegare ogni dettaglio del loro lavoro. Molto interessante ? formativo.
Per quanto riguarda la nostra esperienza, possiamo considerare El Bolson uno dei posti pi? rispettosi ed onesti in cui siamo stati: le porte non hanno ferragli protettive, i bambini giocano in strada da soli e poi si ? verificato un episodio emblematico.
Ci rechiamo al supermercato per fare spesa e lo troviamo aperto ad ora di pranzo e, credendo faccia orario continuato, entriamo senza indugi visto che sono presenti anche altre persone. Dopo aver completato gli acquisti ci rechiamo alla cassa per pagare ma, come altri clienti, restiamo in attesa diversi minuti senza che nessuno si faccia vivo. Solo allora realizziamo che in realt? nel negozio non c’? nessuno e si sono semplicemente dimenticati di chiudere. Potremmo approfittare per fare razzie, ma forse inebriati da quel clima di tranquillit? e pace, rimettiamo tutto a posto e un signore si prodiga nell’avvertire la polizia dell’accaduto. Andiamo via molto compostamente chiudendo la porta alle spalle.
Quello che ricorder? di El Bolson, a parte, questo episodio, sono le lunghe camminate tra boschi intagliati da artisti del legno, i trekking in montagna mangiando frutti selvatici senza la preoccupazione di doverli lavare e la spensieratezza che accompagna l’esistenza di chi vive in un posto davvero magico.