La prima volta che ci sono stata, sono bastati pochi minuti di immersione nella magica atmosfera di Berchidda ricolma di musicisti e visitatori da ogni parte del mondo per pensare: eccolo, l`ho trovato, il paese dei balocchi esiste davvero ed e` qui!
Siamo in Sardegna, a pochi chilometri da Olbia, in un paese collinare di poco pi? di tremila abitanti. E` qui che da 23 anni Paolo Fresu, jazzista di fama internazionale, ha deciso di tornare ogni anno e regalare ai suoi concittadini una ventata di musica e cultura che ben presto e` diventata un`attrazione per una miriade di viaggiatori attenti ed in cerca di emozioni vere. L`atmosfera che si respira e` quella del coinvolgimento, della condivisione, della voglia di farsi catturare da un vortice fatto di prodotti tipici locali sapientemente preparati e presentati dalla popolazione locale e il tutto a suon di musica di alto livello. Tutto il paese e` coinvolto nell`accoglienza di musicisti e visitatori, fiero ed orgoglioso di essere protagonista di un che come pochi sa essere globale e locale allo stesso tempo. Negli anni a Berchidda sono nati due hotel, tre campeggi, un agriturismo ed inoltre e` possibile soggiornare nelle abitazioni locali.
Time in Jazz e` uno degli appuntamenti pi? attesi dell’estate musicale: dal 10 al 16 agosto, Berchidda e altri centri pi? o meno vicini del nord Sardegna, fra Logudoro e Gallura saranno protaginisti di settimana di musica e varie forme d`arte, dal mattino a notte fonda, in localit? e spazi differenti, dalle chiese campestri ai boschi sulle falde del Monte Limbara, con il grande palco in Piazza del Popolo a Berchidda ad accogliere i concerti serali, apice spettacolare dei tanti eventi in cartellone. Un cartellone in cui spiccano nomi del calibro internazionale e, come sempre, un tema e un titolo) caratterizzante incentrato sull`ambiente.
I temi cardine dell’ambiente diventano protagonisti a Time in Jazz: con la scorsa edizione, il festival ha inaugurato un ciclo all’insegna dei quattro elementi naturali – acqua, aria, terra e fuoco – e, accanto ai progetti artistici, ha varato una serie di iniziative collegate ai temi del risparmio energetico, dell’utilizzo delle energie alternative, della differenziazione dei rifiuti, dell’abbattimento della CO2, etc. Lo stretto rapporto di Time in Jazz con la natura, in particolare in eventi come i concerti nei boschi del Limbara e nelle chiesette campestri, ha stimolato una crescente attenzione agli effetti ambientali del festival, dando vita, gi? da alcuni anni, a “Green Jazz”, un progetto di sensibilizzazione ecologica orientato a promuovere uno sviluppo sostenibile veramente vissuto da viaggiatori e cittadini locali.
Quest`anno il Festival sara` nel segno dell’aria. Spiega Paolo Fresu: “Dal 1988, anno della sua nascita, il festival non si accontenta di consumare musica fine a se stessa ma eleva questo linguaggio a strumento comunicativo prepotentemente vitale, in grado di suggerire e stimolare importanti cambiamenti. Con il passare degli anni ci si ? resi conto di quanto la musica ed il jazz possano smuovere gli animi e le coscienze rendendoci migliori e pi? ricettivi. Time in Jazz non ? diventato solo un momento per consumare buona musica ma soprattutto per respirarla con gli altri. Esattamente come si respira l’aria comune che ? di ricchi e di poveri, di bianchi e di neri, di mistici, di atei e di santi. E se il nostro percorso di sostenibilit? ambientale ? iniziato di fatto lo scorso anno ragionando intorno al tema dell’acqua, questo prosegue oggi con un altro elemento che ? comune a tutti gli abitanti della Terra e che (speriamo) mai si potr? privatizzare”.