Siamo nell’isola di Chumbe (Zanzibar – Tanzania) ad appena otto miglia a sud di Zanzibar. L’isola ? circondata da corallo, ma ha anche una piccola spiaggia di sabbia perfetta per crogiolarsi al sole e godere delle sue acque incontaminate.
Questa terra ? diventata una celebre storia di successo di ecoturismo in seguito alla volont? di Sibylle Riedmiller, una tedesca arrivata a Chumbe alla fine degli anni ’80 con l’intento di proteggere la barriera corallina. Dopo anni di complessi negoziati tra diversi attori, la determinazione Sibylle ? riuscita a fondare nel 1994 il Chumbe Island Coral Park (CHICOP), la prima area marina protetta pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del governo di Zanzibar.
La cosa pi? sorprendente Chumbe ? la quantit? e la diversit? dei coralli e le oltre alle 400 specie di pesce che pu? essere osservato nella barriera corallina anche solo facendo snorkeling.
Pur avendo vinto ogni sorta di premio internazionale e locale nel campo del turismo sostenibile (come ad esempio il Legacy World Award), Sibylle rimane focalizzata sulla conservazione marina e sull’educazione educazione ambientale, piuttosto che l’ecoturismo. Le entrate dal turismo si limitano a fornire i mezzi per la conservazione della barriera corallina insieme alla lunga lista di iniziative formative. Il personale di Chumbe ? composto da circa 40 persone comprendendo i rangers del parco formazione che lavorano anche come guide, un rapporto abbastanza buono staff-to-ospite con una capacit? di circa 15 persone a notte.
Quasi tutti i membri dello staff sono nativi della Tanzania, la maggior parte vengono dall’ isola principale di Zanzibar. I ranger del parco, molti ex-pescatori dei villaggi vicini, sono stati formati in materia di gestione sostenibile del parco e tecniche di monitoraggio per la barriera corallina e la foresta. Insieme ai dati locali ed ai ricercatori internazionali, sostenuti dal parco, hanno indicano che la dimensione dei pesci marini e la presenza di diversit? in questi ultimi anni ? aumentata mentre sono in diminuzione episodi di pesca illegale.
Sull’isola sono presenti sette bungalow eco, costruiti utilizzando materiali locali. Si tratta di unit? autosufficienti con una propria utenza di acqua piovana, il compostaggio per i servizi igienici, la filtrazione delle acque grigie, e di pannelli fotovoltaici per l’elettricit?. La temperatura ? regolata da una ventola che gira grazie all’energia solare ed abbassando la parete di paglia tramite una corda in fibra di cocco si pu? godere di una meravigliosa visuale dell’Oceano Indiano. Hitesh Mehta, architetto ed esperto di ecolodge per destinazioni ecoturistiche, indica il centro visitatori di Chumbe con i suoi sette eco-bungalow “una vera opera d’arte”.
Il Parco dell’isola del corallo di Chumbe ? una societ? privata no profit, fondata nel 1994 per gestire la conservazione ed i programmi di educazione ambientale all’interno della zona di conservazione a nome del governo di Zanzibar. Queste attivit? sono finanziate attraverso progetti di ecoturismo attivi dal 1998. Tutte le attivit? dell’isole sono gestite in maniera sostenibile, minimizzando gli impatti ambientali.
Che dire, complimenti e grazie a Sibylle Riedmiller che con la sua determinazione ? riuscita a conservare un angolo di paradiso!